Testa di moro: ecco perché è così celebre in Sicilia

Si scrive testa di moro, si legge Sicilia. Si tratta di un oggetto artigianale, che risale ai tempi della dominazione araba, avvenuta tra la metà dell’800 dopo Cristo e il 1091 (la fine fu segnata dalla caduta di Noto). Fu, questo, un periodo che influenzò fortemente la regione a livello culturale, gastronomico, linguistico e folcloristico. Le famose teste di moro sono ceramiche artigianali siciliane tanto colorate quanto preziose. Ma cosa hanno a che fare con la dominazione araba? Sicuramente la carnagione scura e i lineamenti mediorientali.

Caltagirone è uno dei posti più rinomati per produzione delle teste di moro. La vocazione della città per quest’arte è iscritta nel proprio nome di origine araba, cioè Qal’at al Ghiran, che significa la fortezza dei vasi.

La storia delle teste di moro siciliane è millenaria: artigiani e artisti sono riusciti a preservare la tradizione, reinterpretandola in modo originale con forme e colori differenti.

L’influenza araba è presente nella decorazione delle famose ceramiche.
I Mori insegnarono, infatti, la tecnica dello smalto e della ceramica ai siciliani, che la utilizzarono prima che si diffondesse nel resto d’Italia.

teste di moro

L’arte della maiolica, molto in voga in epoca musulmana e normanna, si diffuse e si raffinò, mostrando originalità e conservando i motivi moreschi e i colori tradizionali: blu, verde e giallo dorato. Molti di questi vasi erano, e sono tuttora, realizzati con motivi geometrici o vegetali, graffiti o dipinti in verde o manganese. I fondi delle giare sono decorati con figure del mondo animale e vegetale come limoni, bottoni, colombe e grappoli d’uva.

Le teste di moro sono realizzate in tutta la Sicilia: i maestri artigiani le modellano a mano per poi decorarle con l’effetto maiolica e dipingerle secondo le tradizioni locali.

Capitoli

Qual è il significato della testa di moro?

Il significato della testa di moro è da collegare alla leggenda da cui origina questa splendida creazione. Mori erano definiti gli islamici che dominarono la Sicilia, ma moro era anche il protagonista della leggenda che vede queste creazioni utilizzate come vasi per piante e fiori.

Tra amore e gelosia: la leggenda della testa di moro

La leggenda originale racconta una storia d’amore e di gelosia che si consumò nel quartiere arabo Al-Hâlisah di Palermo (oggi rinominato Kalsa), intorno al 1100. In questo quartiere viveva una nobile fanciulla, che ingannava il tempo prendendosi cura delle sue rigogliose piante, sistemate sul balcone del palazzo. La donzella era talmente bella che di lei si innamorò un moro (ovvero uno straniero) che passava lì per caso. Tra i due nacque una storia d’amore che fu interrotta bruscamente quando la ragazza venne a scoprire che l’uomo aveva moglie e figli nelle lontane terre islamiche da cui proveniva e dove presto avrebbe fatto ritorno. Corroborata dalla gelosia, la ragazza decise di uccidere il giovane: lo fece di notte, tagliandogli la testa.
Poi, ne fece un vaso e ci piantò il basilico. Continuò, quindi, ad annaffiare la pianta, ogni giorno, con le lacrime. Il basilico crebbe rigoglioso tanto da generare l’ammirazione dei concittadini, che le chiesero realizzare su commissione vasi identici a quelli che aveva esposto sul balcone del palazzo.

È qui che è nata la tradizione artigiana delle teste moresche siciliane. Tradizione che ha nutrito le menti creative di molti artigiani siciliani, soprattutto del comune di Caltagirone.

Una leggenda alternativa sulle teste di moro siciliane

Esiste anche una seconda versione della leggenda, che narra di un amore clandestino tra una fanciulla di origini nobili e un giovane popolano. Quando la storia venne scoperta dal padre di lei, l’uomo decise di punire tutti e due i giovani, decapitandoli.
Poi, espose le teste di entrambi sul balcone come vasi, per simboleggiare il monito di cosa sarebbe successo a chi avesse ceduto a passioni disdicevoli. In questo caso, quindi, il vaso con la testa di moro è affiancato da un altro vaso che ritrae una fanciulla siciliana.

Dove si possono mettere le teste di moro?

Oggi le teste di moro si vendono in coppia e sono fedeli alla seconda versione della leggenda (quindi ritraggono un uomo dalla carnagione scura e una bella donzella). Hanno sul capo una corona di basilikos, erba aromatica che, al tempo della leggenda, era considerata rara e preziosa e, per questo, soprannominata l’erba dei sovrani.

L’utilizzo suggerito dalla leggenda non è lo scopo per cui sono stati creati: le teste di moro, dunque, vengono riprodotte anche come vasi, ma, nella versione originale, non hanno la cavità per ospitare piante e fiori.

La tradizione siciliana indica che il loro posto è sul balcone, ma, nel tempo, le teste di moro hanno trovato migliore collocazione su mezze colonne, sopra le cornici dei camini, in edicole, credenze o ovunque possano essere ammirate e restare al centro dell’attenzione. Il loro pregio le rende perfette per essere esposte come elementi di arredamento e oggetti da collezione.

Cosa mettere nelle teste di moro?

Se si decide di utilizzare la versione in vasi delle teste di moro, queste possono ospitare piante e fiori che non abbiano necessità di essere travasati, ovvero che non si sviluppino in altezza. I siciliani le usano anche come contenitori di preziosi (oro e gioielli) e alcune versioni speciali delle teste di moro possono essere esposte all’ingresso di casa, come svuotatasche. Il loro regno resta, però, la cucina dove sono impiegate come centrotavola, per contenere frutta o per sistemare arnesi.

Teste di moro: dalla leggenda alla moda

Le teste di moro, oggi, non sono più soltanto oggetti di arredamento.

Sebbene imperino sui balconi siciliani, nelle piazze e all’interno di case dal design ricercato, le versioni delle ceramiche di Caltagirone sono riprodotte anche in stampe e gioielli. Appaiono sempre in coppia, come vuole la leggenda. Lo sbarco nella moda si deve a Dolce&Gabbana, che nel 2014 ha creato un’intera collezione ispirata alle teste di moro siciliane, riproducendole su abiti, accessori e zeppe.

Torna in alto